Sagra della Sardina: tra tradizione e innovazione

La ventinovesima edizione della Sagra della Sardina di Tavernola Bergamasca da appuntamento a tutti gli amanti del lago dal 7 al 16 luglio. La Pro Loco ha già messo a punto il menù dedicato alla regina della serata: la sardina, vale a dire l’agone. Il popolarissimo pesce di lago sarà accompagnato da un altro cibo tipico del territorio: la polenta. E questo è soltanto un assaggio perché non mancheranno pennette alla trota, gocce ai gamberetti di lago, alborelle fritte, persico fritto e per gli amanti della carne, potrete assaporare carne di cavallo, braciole, “pà e salam”, seguito da un ottimo vino dei colli bergamaschi.
Per i più golosi, non mancheranno i dolci tipici preparati nelle cucine tavernolesi: la torta di amarene, conosciuta anche come Torta di Tavernola, e le sfongade.
La torta: la ricetta, mai scritta, ma tramandata da madre in figlia, è segretissima. È fatta di pasta frolla ed è farcita con amarene zuccherate. La sfongada: è un insieme di farina, uova e zucchero, una sorta di brioche che accompagna le prime colazioni.
Un po’ di storia della Sagra della Sardina
La Sagra è nata proprio a Tavernola Bergamasca, borgo sul lago d’Iseo posto tra Lovere e Sarnico, i due centri più rinomati della sponda bergamasca del Sebino.
“L’evento nasce come festa di paese per poi diventare, soprattutto negli ultimi quattordici anni, una manifestazione molto conosciuta, che va ben al di là dei confini lombardi, tanto da far invidia agli altri borghi lacustri”, dice Alessandra Zanni, membro della Pro Loco.
La sagra della sardina fin da subito si pone l’obiettivo di valorizzare il Sebino e il suo pesce, cucinato secondo le ricette tradizionali, ma anche rivisitate in chiave più moderna dagli chef del Sebino.
L’organizzazione della Sagra della Sardina
“La Sagra della Sardina è gestita esclusivamente da volontari che, con impegno e dedizione, dedicano gran parte del loro tempo all’organizzazione della festa, che tiene impegnate molte persone per quindici giorni, non tenendo conto di tutta la preparazione che sta a monte”. Racconta Alessandra Zanni. “Non essendovi una struttura fissa – poiché la località in cui si svolge l’evento è di proprietà privata – ogni anno bisogna montare tutto l’occorrente per la buona riuscita della festa: capannone, cucina, bar, bagni, posti auto, palco per il complesso musicale”.
Il gruppo Pro Loco è costituito in maggior parte dai fondatori, fortunatamente oggi molti giovani sono entrati a pieno titolo a far parte di un affiatatissimo collettivo.
Il territorio della Sagra della Sardina
La località in cui si svolge la sagra è chiamata Gallinarga, antico borgo dei pescatori tavernolesi. La paura degli organizzatori è di non poter proseguire negli anni a venire, appunto perché l’area viene data in concessione anno per anno. Purtroppo quest’area è l’unico luogo spazioso a sufficienza per poter svolgere la sagra, dunque le perplessità nascono anche dal fatto che non ci sia un’ alternativa.
Come si conservano le sardine
Protagoniste della serata sono le sardine che anticamente, dopo essere state eviscerate, venivano appese su dei bastoni curvati, detti in dialetto locale “archéch”; in questo modo il pesce poteva essere essiccato al vento e all’ombra. Successivamente, trascorso il tempo necessario per l’essiccatura, la sarda veniva salata e messa in recipienti contenenti olio.
Ancora oggi si è conservata la tradizione, anche se il procedimento viene fatto con forni elettrici, predisposti per la preparazione del pesceLa sarda che viene proposta alla sagra della sardina a Tavernola viene pescata nel lago di Iseo e segue questa procedura di mantenimento, ma in altri paesi – come sul lago di Garda – il pesce viene conservato solo sotto sale.
La Sagra della Sardina è anche un’occasione per fare cultura
Per i turisti la Sagra della Sardina è un’occasione per visitare il territorio e le sue bellezze.
È possibile visitare la Pieve di San Pietro, che sorge a metà collina sopra Tavernola. La chiesa risale al Tredicesimo secolo e serviva come chiesa parrocchiale per i paesi limitrofi (Parzanica, Vigolo e Tavernola). Ad affascinare i turisti è il meraviglioso affresco, firmato Romanino. L’autore è il famoso pittore bresciano, che ha affrescato anche la Chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne, definita dalla critica dell’arte, Cappella Sistina dei Poveri, per i suoi caratteri complessi e popolari al tempo stesso.
Nella chiesa a Tavernola, il Romanino ha dipinto una Madonna sul trono, San Giorgio, San Maurizio, San Pietro e San Paolo, che presentano gli offerenti.
Romanino sa ben esprimere l’intensa devozione locale, ritraendo gente umile, delle nostre parti, e rendendola protagonista della scena sacra. L’affresco era stato commissionato dai Fenaroli, famiglia nobile di Tavernola, che si contrapponeva alla famiglia dei Foresti, committenti degli affreschi del presbiterio, affidati a pittori ignoti.
Oggi la Pieve è aperta ogni prima domenica del mese da aprile a novembre, mentre a luglio e ad agosto tutte le domeniche.